Dopo Milano, sta per cadere anche Roma. C’è qualcosa di paradossale nelle parole dei proprietari, quando dicono che oramai è normale trovare libri e giornali gay nelle librerie “tradizionali”, ed è abbastanza vero, perché ci sono tante cose del genere che stanno diventando normali, senza che però ci abbiano portato uno straccio di diritti.
Vorrei dire di più: sta diventando normale per gli eterosessuali potersi confrontare con tematiche glbt, ma continua a non essere normale per noi poter vivere come gli eterosessuali. Lo dico e lo penso con molta amarezza. E scriverlo mentre sono a Copenhagen dove c’è da sbellicarsi dal ridere pensando a questi muri, a queste divisioni, a questi mondi separati, scriverlo da città dove i quartieri gay non esistono semplicemente perché i gay e le lesbiche stanno dove dovrebbero stare nelle città di tutto il mondo: insieme agli altri, alla luce del sole ecco (ok, qui il sole non abbonda, ma ci siamo capiti), da qui l’Italia è ancora più triste.
Ecco il comunicato dei ragazzi della Babele di Roma:
Carissimi amici e amiche,
dopo tanti, tantissimi anni, per la precisione 15, che la Libreria Babele è aperta, e lo è stata ininterrottamente: estate ed inverno, durante le feste e spesso anche la domenica; ci troviamo nella triste condizione di comunicarvi l’imminente chiusura.
Eh già, a quanto pare il momento di crisi si fa sentire, soprattutto dalle piccole attività che non ce la fanno a reggere il confronto.
La perdita dell’esclusiva nella specializzazione (ormai trovare un reparto di libri e audiovisivi glbtq è facile e “normale” un po’ dappertutto), internet la fa da padrone (film, musica e immagini ormai si scaricano come lo sciacquone!), si legge poco e i libri costano cari (ma la grande distribuzione può permettersi sconti incredibili), i soldi per la cultura non ci sono (ma guai a non avere l’ultimo modello di telefonino o di un capo alla moda!), l’interesse diminuisce (negli under 30 anzi manca proprio), tutto questo ed altro ancora ci costringe oggi a dare questo annuncio.
Ci costringe anche a dare l’avvertimento a chi ci sta intorno che si rischia di perdere la memoria, di perdere l’identità e la cultura, di perdere le basi su cui costruirsi e costruire il futuro, ma forse a molti non interessa più, loro credono che tutto sia risolto, che l’Italia li rispetta e accoglie amorevolmente.
Francesco Ingargiola ebbe una intuizione: conquistare la capitale papalina, sonnolenta e chiusa, attraverso la cultura glbtq, con la visibilità, la possibilità di incontro e ha vinto. Claudio Catalano con amore, non solo per Francesco, ma per i libri, per i clienti, per il mondo gay, ha felicemente continuato, resistito, faticato insieme a Lorenzo negli ultimi anni … quanta fatica … e hanno vinto!
Di clienti ormai nemmeno l’ombra (saranno tutti sull’isola dei famosi? ), donne nessuna, uomini pochissimi.
Ora non ce la facciamo più! Stanchi e anche un po’ stufi.
Stufi di sentirci fare delle domande, sempre uguali, sempre le stesse: “che bisogno c’è di una libreria gay?”.
Datevi una risposta e se proprio non la trovate, allora è giusto che ci salutiamo così, da cari amici.
I proprietari vogliono rientrare in possesso dei locali allo scadere del contratto, cioè ottobre 2009, noi cercheremo di resistere fino ad allora, ma è dura e comunque a noi non interessa più restare. La nostra strada l’abbiamo orgogliosamente percorsa e ora siamo arrivati ad una svolta. (qualcuno li chiama acciacchi)
Grazie di cuore a tutti quelli che in tutti questi anni ci hanno sostenuto: venendo a comperare da noi, portandoci un caffè e tanti (troppi) dolci, o anche solo passandoci a salutare, e siete stati tanti! Grazie ancora.
Per tutte le altre domande siamo a vostra disposizione in negozio tutti i giorni dalle 10 alle 20 e il telefono è sempre lo stesso 06.6876628Claudio Catalano, Lorenzo Miconi, Maurizio Gregorini