C’è chi dice 1.000, c’è chi dice 2.000, saremo stati 1.500, non so: comunque a un certo punto era proprio come nel sogno, corso Venezia pieno di gente e illuminato da tante candele. La fiaccolata milanese contro l’omofobia (#fiaccolatalgbtmilano) è stata bellissima e ci ha detto parecchie cose, che provo a dire così al volo prima di andare a nanna:
- la cosa più importante: il no categorico alla violenza, anche da parte di chi poi magari non condivide tante altre “rivendicazioni degli omosessuali”
- Milano c’è, ancora; e ti dice che nessuno starà chiuso in casa perché ha paura di uscire; Milano sa ancora uscire, se vuole
- a Milano si possono ancora fare delle cose, le persone sono ancora disposte a esserci, a patto di essere chiamate nel modo giusto e per le cose importanti; questa è una cosa importante
- ci può essere una manifestazione prevalentemente omosessuale, per capirci, senza tutti gli eccessi che in molti spesso definiscono – errando, a mio parere – carnevalate: niente musica, niente vestiti colorati, niente piume, niente coriandoli, niente di niente: eccoci qua, adesso quale scusa troverete?
- un po’ troppo “niente”, forse sì: avremmo dovuto prevedere un qualche saluto alla fine, avremmo dovuto fare di più fuori da Facebook e dalla “blogosfera”, avremmo potuto organizzare meglio una serie di cose; dicendo “dal basso” non è che ci si può nascondere dietro un dito: una serie di vaccate organizzative ci sono state; se ci sarà una prossima volta: faremo meglio
- io però non ricordo una serata di questo genere a Milano, di questo stile, con questo clima
- una fine: l’informazione tradizionale; le redazioni di giornali e tv sono state allertate e avvertite, ma hanno ritenuto di non essere presenti: grave errore, perché se Facebook e Friendfeed e tutti i socialcosi adesso mi dicono cose che non troverò sui media tradizionali, allora vuol dire che è proprio finita; “ai giornalisti dovevate mandare un comunica stampa”, mi hanno detto; io penso che la stagione dei comunicati stampa sia finita, le notizie se le vengano a cercare, se vogliono; come può un giornale di Milano bucare una notizia come la fiaccolata di questa sera?
- la “blogosfera etero” era presente in massa; anche perché l’altra metà della blogosfera è omosessuale e quindi c’erano tante amicizie in ballo, ma anche questo lo avevamo in fondo chiesto noi: non lasciateci soli, in effetti non ci hanno lasciati soli, grazie
- la Polizia, ecco, grande, grande, grande; quando siamo andati in Questura a chiedere l’autorizzazione, il funzionario che abbiamo incontrato ci ha detto due frasi pazzesche, che quasi mi commuovo
è incredibile che siate costretti a organizzare una manifestazione del genere, è incredibile che noi saremo costretti a mandarvi agenti per proteggervi
sono stati super gentili e collaborativi prima, quasi affettuosi e molto simpatici durante; grazie, davvero – e mi spiace di quel pregiudizio col quale, devo ammetterlo, sono entrato quel giorno in Questura
- un’altra fine: il movimento omosessuale come lo conosciamo, speriamo un inizio: qualcosa di nuovo; adesso sappiamo che le persone ci sono, che sulle cose serie e importanti si muovono e si mettono in gioco, che la Rete è uno strumento straordinario: non ci sono limiti a quello che possiamo fare, facciamolo
- il momento pop della serata? quando un signore mi ha chiesto se la processione fosse in onore di Mike Bongiorno
- tante ragazze e tanti ragazzi giovani, belli, sorridenti e orgogliosi, con quella naturalezza che, ecco, che bello!
- senza bandiere, simboli e quant’altro è meglio secondo me: davvero solo le persone, solo loro sono importanti e tutti si possono sentire a casa; io credo sia stato uno dei segreti del clima fantastico di questa sera