Djemaa el Fna, Medina di Marrakech, dicembre 2010
C’è il bambino di sei anni che fa rotolare una grande latta di alluminio piena di biscotti poi la ribalta tira fuori i dolci e li mette in una cassetta di cartone si siede sopra la latta e inizia a venderli davanti al gatto che scava in una buca tra due piastrelle in mezzo alla strada e si mette a fare i propri bisogni tra motorini che lo sfiorano e carri e calessi che gli passano sopra e poi ricopre la buca come un qualsiasi gatto dei nostri terrazzi e delle nostre sabbiette e c’è l’altro bambino di tre o quattro anni che gioca con la catena del motorino acceso sopra il quale il fratello forse parla con la madre forse e basterebbe il movimento di pochi centimetri per portargli via tutte le dita e non succede ovviamente e lì vicino prima del tramonto finché c’è luce ci sono quelli con le scimmiette e le turiste americane che si fanno fotografare ma non è mai gratis e la colonna sonora è quella di un gruppo di uomini tutti vestiti di bianco che suonano strumenti sconosciuti ma potenti tanto che il suono raggiunge tutti gli angoli dell’enorme piazza e all’improvviso il silenzio con la voce del Muezzin che ferma solo i suoni non i movimenti e subito dopo passa e i pifferai e i serpenti ci sono per davvero e sono vicino alle scimmie e mentre tu bevi una spremuta d’arancia la più buona che tu abbia mai assaggiato e ti fai convincere a provare quel dattero o quel frutto spariscono tutti e vedi che è buio e sono arrivati i ristoranti che occupano il centro della scena e le luci come le bancarelle fuori dai tuoi stadi e il profumo acre della brace e dove c’erano le scimmie adesso ci sono le donne che leggono le carte e le mani e le mani anche le puoi far disegnare con l’henneh chissà che cosa c’è nel tuo destino e lo scopri subito c’è l’incontro col ragazzo della tisana che ti chiama dalla sua bancarella e tu non sai perché mai ci vai e ti sorride e ti dà un bicchiere pieno di una cosa che sembra tè un tè marrone ma non è tè è una tisana profumata e inebriante e ti dà anche un piattino con dentro due cucchiai dolci della consistenza di una crema solida e pastosi come un torrone morbido e la tisana è caldissima e ti fermi lì un po’ e vedi che i marocchini chiedono di aggiungere qualcosa in goccia alla tisana e allora lo chiedi anche tu e la tisana diventa fortissima come respirare a pieni polmoni in una sauna e dopo ne vuoi un’altra e nel frattempo sono arrivati i carretti pieni di tute dell’Adidas e solo Adidas e tutte le sere sempre e solo Adidas e si è acceso anche il grande pannello del festival del cinema di Marrakech e c’è un film ma pochi lo guardano e senti urlare e vedi un uomo basso e bruttissimo in mutande che fa i versi come per far paura ai bambini e vedi che ti viene incontro e sì proprio incontro a te e ti abbraccia e ti bacia e ti tocca e ti mette le mani in tasca e cerca dei soldi e gli dici che non hai nulla e ti sorride e si tocca il cuore con la mano destra e capisci che quel gesto sarà la tua chiave per la città e per la gente della città e poi dopo lo rivedrai in mezzo a un cerchio di persone perché è un artista di strada e salta e balla e canta e i cerchi di persone si formano e smontano di continuo attorno a questa o quella cosa e dopo pochi minuti la piazza non è più com’era prima ci sono anche quelli che giocano a minigolf o stendono tappeti antichi e ci mettono dei birilli e tu devi dare un calcio al pallone e farlo correre lungo il tappeto e non far cadere nemmeno un birillo e una cosa che assomiglia alla pesca dell’anatroccolo con i ragazzi che cercano di prendere all’amo le bottiglie di Fanta e Coca Cola e mentre li guardi si avvicina Shamir che ti racconta che è uno studente ed è simpatico e carino e ti metti a chiacchierare è uno dei pochi che parla inglese e poi dopo la conversazione diventa strana e solo allora capisci e lo saluti e lui smette di sorridere e allora fai un giro ripassi da quelli delle arance e sono arrivate anche le bancarelle con le lumache e i frutti di mare e ci sono un sacco di bambini che chiedono soldi e continua ad arrivare gente dal nord della piazza dal souk e anche tanti turisti e “come si chiama questa piazza?” e sei proprio una cretina ti verrebbe voglia di dire e allora vai a bere un’altra tisana e ti si avvicina un altro ragazzo e stavolta sai come funziona e non gli dai corda e allora è tutto ok e comunque vedi che ci sono un sacco di ragazzi che girano tra i cerchi di persone e nella penombra ci sono un sacco di trattative e approcci molti con i turisti ma la maggior parte tra marocchini giovani e vecchi e tutto il mondo è paese e poi ci sono i poliziotti che girano tra quelli che parlano e sono in tanti seduti a parlare e forse raccontano delle storie o chissà e poi ci sono anch’io.